ARTE CERVICALE
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venerdì 5 novembre 2010

Fallo via bluetooth

Tutto cominciò in un ristorante, mentre passavo delle foto alla mia ragazza via bluetooth. Tra i dispositivi trovati dal mio telefono, risultava una delle quattro zitelle che parlavano da un'ora del loro dolore, dei loro insuccessi, dei loro ex, ecc. L'idea migliore che mi venne, fu quella di andare in bagno per fotografare Mr. Fringuello e inviarglielo.
L'impresa non riuscì, ma la scintilla era scattata: volevo osservare le reazioni della gente alla vista di un fallo arrivato per bluetooth.
Perchè via bluetooth?
Perchè il ricevente può sapere che il disgraziato si trova vicino a lui, ma non può sapere con certezza chi è. Può quindi avere le reazioni più disparate, dalla paura del maniaco all'incazzatura per uno scherzo di pessimo gusto, o anche (perchè no) alla risata.
Perchè un fallo?
Perchè non esiste una persona a cui non lo invierei. I luoghi affollati, che sono stati il campo di gioco per quest'indagine, rivelano la grande omologazione di cui siamo tutti vittime: persone ben vestite, ragazze e ragazzi in tiro, impiegati anonimi, studenti che fanno i soliti discorsi da studenti.
Ben inteso, a vedermi seduto in un pullman probabilmente non sono diverso da loro. Ma il gioco di buttare un elemento di rottura nel grigiore della Solita Giornata è una cosa che non dovrebbe risparmiare nessuno, nemmeno me stesso.

Così, scelto il nick ammonitivo di Jean Frusaglia, ho iniziato a tartassare i vari Fabry, Tata89 e CiccioTiAmo che comparivano sul mio telefono.
La grande difficoltà di questo gioco, ovviamente, è riuscire a inviare l'immagine, ossia riuscire a trovare una connessione decente ad una persona che non rifiuti l'immagine (probabilità di successo: più o meno 1/25).
Ciò non mi ha impedito di trovare tre vittime, fino ad oggi. Osserviamole insieme.

Vittima No.1: colpito in un vagone della metro, questo ragazzo non sapeva bene come comportarsi. Aveva interpretato Mr. Fringuello come un affronto, e non gli andava di rimanere impassibile con chi si era creduto più furbo di lui. Prima di scendere, rivolse la sua invettiva al vagone in generale, pur sapendo che solo il colpevole avrebbe compreso: 'sto coglione che invia le foto ai telefoni!

Vittima No.2: un alone di mistero avvolge l'identità della vittima numero 2, che avrà avuto le sue buone ragioni per non mostrare nessuna reazione all'interno del pullman in cui è stata colpita. Aveva paura di un maniaco? O aveva capito che solo dalle sue reazioni avrei potuto comprendere l'identità del ricevente?

Vittima No.3: ancora sul pullman. Il signore in questione fissò per un po' l'immagine sul cellulare con espressione sorpresa, poi si guardò intorno, come per applicare quel pene ai vari individui che lo circondavano indifferenti. Si rassegnò dopo aver ripetuto varie volte il passaggio dalla foto ai passeggeri.

E se anche voi verrete raggiunti dall'iconica figura, tanto meglio: ora sapete perchè.

Jean Frusaglia