CARNE GREZZA CATASTO PROSASTICO
OVVERO
POICHÈ CAVALCAI L’ASCENDENZA
CURVILINEA DELL’INTESTINO
PER CHIAMARE TE
HO RISVEGLIATO I LUPI MONTANI
Andrea Leonessa
Alla Santissima Maria delle Rose
PROLOGO
Nel fuoco del corallo
subacqueo mantra rogo d’orbita
multipolare cristallo liquefatto ohm.
La fiaccola emigra dalle bagnate
sponde spiagge, notte attraverso.
Verbo, oltre radice di fuoco.
CAPITOLO UNO – SOLARENA
Il sole di Luglio traboccava dalle bacinelle; sole vorticante nel sudore e nel sole sedettero: le aree fulgide, il raggio, le sue gote distorte contro la superficie cilindrica. Che piovesse? Giacerono sul balcone del reattore materno PIOVEVA accanto alle piovane a raccolta che tanto dall’alto colate parvero sante, eppure non un trono fra le gocce né il convoglio genetico del bene automatizzato. Umidi sulle poltrone, allora, con le gambine aperte nel sole: la mite onda delle antenne arenate. Egli entrò nella cabina elargendo il comando “rivestiti di quelle braccia snelle, di quel giacinto spontaneo sul tessuto” e venne l’ora nella quale la torre anacronistica segnalò il moto perpetuo del sale. Dal valore di tensione procederono al sepolcro balneare. Ingranate le spiagge, il litorale scaricò le rocce gassose nelle loro memorie. Madre crostaceo fu commossa nel sole.
DETERMINAZIONE DEL PARAMETRO DI TERRA ESTIVA
FREQUENZA CIVILE
AVVIAMENTO SUBACQUEO
D.P.R. 547/55, Decreto ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008
norma CEI64-8/4
CAPITOLO DUE – FLESH ROM
Una secrezione di scariche amniotiche dal turibolo elettrico accompagnò la nascita del vertice embrionale, Cilindro dalla Cartridge input fu così partorito. Il padrone del sistema, benevolente, emise il verso SEEEEGA esaltando l’arcadia nella geometria socchiusa. Un solido cilindrico per piegare il verbo, che amplificava il suo volume per generare spazio adibito ad ospitare la semantica terrestre. Quando la sua pubertà si estinse, enorme giaceva sul parquet e si scuoteva talvolta, per comunicare, e ruotavano gli assi e le curve si facevano strette tornanti poi alla forma tacendo. Cilindro narrava di deserti oltre lo spazio che annidano le proprie polveri nel baricentro per urlare l’ipotermia che nella notte li soggioga, e tornano speranzosi sebbene coscienti della misera dicotomia che vincola il sole alla loro serenità. In seguito alle carezze vespertine, cilindro emetteva versi ad otto bit assimilando la carne in un fruscio di vene definite nel dominio dell’ultimo livello dell’esistenza. Erano le svastiche, disse, a pressare la carne e falci ad estirparla dalle vigne abbandonando crani dell’uva sulle sponde dei torrenti scheletrici anch’essi.
CAPITOLO TRE – LE CENTRALINE DEL CAMPO SANTO
In seguito all’operazione sono stati generati dei campi magnetici rotanti con azione negazionista, concentrati nell’ippocampo. Il cervello del cosciente, non ammettendo la deportazione parziale della sua coscienza, genera continui riferimenti ad un olocausto che egli è ora convinto abbia avuto luogo nel ventesimo secolo: tale deportazione, sospettiamo, ha causato nel cervello una repentina sostituzione dello spazio ormai vuoto con un evento dotato di potenziale empatico di eguale portata alla coscienza rimossa, evento dunque in grado di generare compassione, seppur virtuale, sopprimendo l’eventualità che lo stesso cervello possa autodefinirsi subcosciente. L’ancora cosciente ha inoltre istituito una sorta di luogo sacro intorno alla centralina adibita all’impianto di irrigazione, nella quale è solito pregare facendo riferimento ad un particolare testo sacro, probabilmente di sua fattura (essendo dattilografato, il riconoscimento non è plausibile).
ELETTROVALVOLA CENTRALIZZATA
ALIMENTAZIONE NOVE VOLT
Segnali di giacinto sono la croce
Non scaveremo questo dì sotto la croce
Ché baricentro elettrico non di vene o sangue
O sì sangue che non dista da terra
Aspetta, aspetta, fossile ciclico trenta frame
Motore asincrono venereo.
Scorre scorre sul prato disteso
Uroboro a civile frequenza scavando
Sotto la croce felice baciando
Segnali di giacinto che sono la croce.
In questo testo si fa riferimento ad alcuni concetti mutuati dall’elettrotecnica, quali il baricentro elettrico ed il motore asicrono. Nondimeno la frequenza, per qualche ragione accostata all’Uroboro che, forse saprete, rappresenta la ciclicità dell’esistenza. Per il resto del tempo libero, il cosciente trascorre le proprie ore videogiocando con una console obsoleta, alla quale egli fa riferimento traducendone il nome commerciale (Master System, in lingua inglese anche nel mercato italiano) in ”Padrone del sistema”. Abbiamo ragione di credere che presto interpellerà un oracolo.
CAPITOLO QUATTRO – ORANTE MISERO ORACOLO
“C’è speranza nell’universo?” “Dubito delle feci; il sudore del suffragio, se evoco la merda, edifica case con finestre adeguate alla miseria, con la proporzione del filare sintetico del sorbetto, della dentatura distante: se evoco merda sono coscienza orientata alla televisione di frontiera regionale se non evoco non so, sera con cesto di vapore e sbuffo luce che esiste e non gentile quanto pare. Cucire toppe di carta per tarpare la pelle porosa, sorridere. Fabiana sono, per determinare la circonferenza cosce del martirio manca il sacrificio: da un esile vestito in offerta furono estratte margherite calde calde, Aprile gola del dente floreale. Dentro il dente; il labbro terrestre entro il mese secerne la simpatia del nostro mondo, cacceremo le lucciole con l’isteria del lampo; la tromba abbagliata, un silenzio seviziato dal grave d’acqua: anche l’estate fece di sé un grave e tridimensionale collassò sul corredo di grano. Il sonno nel sole rigido ci condusse alle saldature del nostro cosmo, le vie digitali della nostra tensione. Quasi alimentata, quasi viva: defecante, eppure umana. Amore, così nuda penseranno di me che ancora la pelle riserbo per l’esistenza”. Il responso recise la gola per farcirla di allegri confetti, il satellite fu l’avvisaglia dell’orizzonte imminente: gli eventi tacquero; feci ritorno a casa.
EPILOGO
Carne sul tiglio ma il sangue è lussuoso ordunque altre piante e figliastri e così fanno carne, ho teso gli arti a sentir queste lande…
“Ancora paesaggi? Preferirei qualcosa di realistico”
“Eppure oggi, nell’ottusa e tremenda misura che subordina il passato al presente, voglio dirti che temo e per ordine dell’ottusità alla quale feci voto dirò che più che in ogni trascorso oggi temo.
Se, scardinando la nostra virtualità, abbandonassimo le nostre coscienze alla realtà, il cosmo si espanderebbe nella direzione dello spazio Godot”
“Materia oscura? Volevo solo dirle che sarebbe gradevole osservare il suo estro alle prese con qualcosa di differente da un paesaggio, qualcosa di assurdo appunto, qualcosa di realistico”.
CAPITOLO ZERO – ESCATOLOGIA
Le facce di cristo dipartenti con fusées innestati sotto le tonsille: un cielo enorme ed uno sciame di miracoli e fuochi rigeneranti gli astri nella differita della luce: l’ultimo giorno li svegliò, ed in questa visione solenne si abbracciarono nelle nuove geometrie carnali della solitudine. Fu la comparsa di un libro escatologico di cui abbandonarono la lettura a collocarli in quel limbo impellicciato: l’alta fiera abbigliata della sua ferocia ed egli statico/statico/statico all’orizzonte della morte termica.
Andrea Leonessa
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