Scese
nella sua cantina. Un poco per il fresco, un poco per il vino:
l’assenzio smise di berlo dopo la maggiore età, quando realizzò
che non l’avrebbe reso un artista migliore. Dalla finestra
penetrava un raggio denso, di luce quasi disfatta, come carne quando
attesta lo stadio terminale lasciandosi sfilare delle sue nervature,
sfaldandosi lentamente. La quarta tromba è imminente, pensò. Un
suono sintetizzato, freddo, attraversò la fisicità della terra.
Apocalisse pop? Col cazzo! Pensò, questa volta ad alta voce. Stappò
una bottiglia di vino senza etichetta. Accese il suo portatile.
I fari
sul tettuccio dell’auto.AVI: nessun
elemento corrispondente ai criteri di ricerca. La ricerca, come il
sistema operativo s’affettrò a comunicare con il suo decreto
lapidario, era risultata infruttuosa. Poco male, pensò, sono certo
di avere di meglio. Natività
al McDonald’s.AVI: il
video alloggiava nella cartella, quieto, in attesa di essere
eseguito, come lo era la sua carne dinnanzi al giudizio
universale. Play.
La
cassiera del McDonald’s con un copricapo da cervo sorride,
dilatando i suoi brufoli.
La
cassiera del McDonald’s con un copricapo da cervo sorride,
dilatando i suoi brufoli.
La
cassiera del McDonald’s con un copricapo da cervo sorride,
dilatando i suoi brufoli.
La
cassiera del McDonald’s con un copricapo da cervo sorride,
dilatando i suoi brufoli.
La
cassiera del McDonald’s con un copricapo da cervo sorride,
dilatando i suoi brufoli.
4.2
secondi, eternati dalla funzione di ripetizione. E giunse anche la
quinta tromba; quasi non la udì, coinvolto nel ricordo delle
mammelle curvilinee della donna cervo. Il suono digitale delle trombe
fu soppresso e, nell’equalizzatore della sua coscienza, solo un
cursore s’elevava, rivelando la compattezza delle tette della
cassiera.
Andrea Leonessa
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