Verbale 10-11-13

Il primo giro mi indispettisce - più dentro, più in fondo, voglio esserne avvolto.
Al secondo giro ho l'illusione della padronanza, ma pur sempre dal mio angolo.
non riesco a concepire questo oggetto in quanto oggetto al terzo giro tento arrogantissimo di sfondare i muri, ma qualunque cosa io sia intenzionato a sfondare finisce sempre per allontanarsi, sono ancora esterno. Errori di interpretazione, prospettive moltiplicate, tutte le interpretazioni sono giuste - quantomeno tendono ad esserlo, sfarzo geometrico - decine centinaia di puntini contrassegnando ognuno un diverso piano ed è lo spaziotempo che si accartoccia su di me: decine centinaia di occhi a comporre la spigolosa essenza di un fratello complementare, migliaia di occhi - i miei occhi - puntati su di me, uno due infinito e chiuso - abbraccio perfetto.
Amico o terapeuta o io scoppiato, faccia a faccia con ogni frammento di te/me fino a quando non sei strisciato via lasciando che un nuovo giorno irrompesse nella scena - ti sei scollato, gelatina fraterna - risucchio oltrizzontale.