In questo poema ipertestuale ho voluto esprimere la forte analogia tra la discesa agli abissi marini e l'ascesa allo spazio cosmico, le profondità marine con le loro costellazioni viventi sono speculari all'universo.
Sospese nel liquido buio immobile -preme enormemente- rilevate da interferenze soniche le brulicanti biosuperfici d'un Deep-scattering-layer spezzano sinuosamente le -prossime agli 0° C-
vacuitÁcquee
Ascendere ad immense profondità, tra costellazioni abissali:
Myctophidae: successioni di stelle-fotofori,
bianco-azzurre bioluminescenze incastonate in
-fragilmente iridescenti-
pallidi corpi scattanti
pulsare in lontananza d'una nana rossa Atolla wivillei:
bagliore intermittente attorniato di filamenti fluttuanti
Saccopharyngus -predatori buco nero-
viscide sacche flagellate
dilatano avvolgendo in guaine prede celesti
Chauliodus sloani caverna, dall'abbagliante apertura,
rivestita da finemente appuntite stalattiti
Vitreastica perforazione
flash bluastri di tentacoli
Aculeato mantello, danzante tendaggio-membrana, d'un Vampyroteutis infernalis
cala il sipario
risalire a tuffarsi contro la superficie del cielo
potentissimo!
RispondiEliminaQuesto "VaquitAcquee" da consistenza al sogno represso che mi porto dalla nascita di tuffarmi nel cielo...grande Marco :)
RispondiEliminaGuardando il cielo la sensazione di cadervici da un momento all'altro, questo è ciò che mi ha ispirato.
RispondiEliminaMarco